Riflessioni sul post Coronavirus
Siamo al 28 marzo, il clima sembra impazzito, c’è una differenza di 10 gradi da ieri a oggi: dalla massima di 8 C° ai 18 gradi C° di oggi…Ma è marzo, ci sta.
Ci sta anche qualche riflessione in ordine sparso in questi lenti giorni di “lockdown“.
Fermo immagine 1: le attività produttive sono ferme, i cittadini rinchiusi in casa, il sistema economico-finanziario è bloccato.
Fermo immagine 2: negli ospedali c’è il delirio dei medici, infermieri, sanitari, volontari e tutti gli eroi che stanno combattendo il virus…A tutti voi, GRAZIE DI ESSERCI!!!!
Fermo immagine 3: nei talk shows, i giornalisti rivolgono ad autorevoli ospiti domande quale “come ne usciremo fuori, dal punto di vista umano?”
Appunto, come ne usciremo come società?
Riflessione 1: personalmente, mi auguro che questo periodo serva a tutti come momento di consapevolezza tra un prima e un dopo. Che cosa ci sta insegnando il virus? Che cosa abbiamo scoperto? Ad esempio, è proprio normale vivere ai ritmi forsennati della gabbia del criceto? C’è possibilità di uno stile di vita più equilibrato tra il lavoro e la vita privata?
Riflessione 2: il “no se pol” è stato sbugiardato. “Yes, we can” : smart-working, formazione a distanza…Si, si può fare!!! Ci voleva il Coronavirus per dare una scossa al modo di lavorare e di fare istruzione. Sarebbe un beneficio per tutte e per tutti. Questo è un precedente non da poco e dobbiamo attivarci perché queste tendenze continuino ad affermarsi. Non sto dicendo di eliminare il contatto umano ma di ampliare le possibilità di vivere senza creare stress inutile.
Riflessione 3: non eravamo pronti, e ora navighiamo a vista.
Riflessione 4: ah si, dimenticavo…Sembra quasi una vendetta divina: chi predicava tanto odio ora si trova nella difficoltà maggiore…e riceve aiuto di buon grado da coloro i quali venivano denigrati fino a cinque minuti fa…E mi fermo qui perché non ho parole.
A buon intenditore…